Orti aziendali: condivisione e socializzazione


La passione per l’orto ha contagiato anche le aziende, che investono per allestire e curare uno spazio verde per i propri dipendenti con lattuga, pomodori, peperoni, melanzane, broccoli e così via. Un fenomeno in costante crescita non solo all’estero ma anche in Italia, dove sono diverse le realtà imprenditoriali che hanno al loro interno un piccolo orto in cui i dipendenti coltivano le verdure durante le pause dal lavoro.

L’orto è uno spazio comune, un luogo di aggregazione per i dipendenti, di incontro per le attività aziendali, di accoglienza per i visitatori, per l’integrazione dei lavoratori stranieri e di educazione alla cultura del lavoro e della corretta alimentazione. Attorno all’attività legata all’orto si possono promuovere diverse iniziative connesse ai temi della filiera corta o della Social Responsability (per aziende orientate alla costruzione della propria identità e reputazione l’orto entra in pieno nei programmi di miglioramento della Company Reputation). Possono partecipare a questo tipo di iniziativa anche aziende impegnate a migliorare il coinvolgimento e la partecipazione dei dipendenti. Tutto ciò che serve sono appezzamenti di terreno, anche di piccole dimensioni, presso la sede e che devono essere valorizzati in una visione sociale e ambientale.

Il modello green dell’orto aziendale è stato adottato da colossi come Microsoft, Google, Yahoo. Toyota. Non solo all’estero però. Da qualche tempo l’orto è arrivato anche in Italia con Diesel, Bottega Veneta, Unicredit e molte altre. Diesel ne ha uno così grande che permette di condividere il piacere della coltivazione con i figli dei dipendenti. Lo racconta Stefano Rosso, amministratore delegato di OTB: “Il nostro  è ll’orto del nido e della scuola dell’infanzia aziendali. Quando abbiamo progettato la nuova sede di Diesel e di OTB, la capogruppo,  abbiamo ritenuto importante offrire ai nostri dipendenti  il servizio. Ci sono dieci piccoli appezzamenti dedicati alle diverse coltivazioni stagionali di cui i bambini si occupano direttamente. Due volte l’anno fanno  la piantagione e poi la raccolta dei frutti. All’interno è stata creata una spirale aromatica, dove i piccoli piantano le diverse erbe aromatiche per imparare a riconoscere le differenze usando tatto, gusto e olfatto.

Antica Officina Santa Maria Novella a Firenze, il giardiniere Daniele cura ogni mattina fiori e ortaggi: “Oltre ad essere la base per creme e profumi, sono anche la gustosa materia prima per i pranzi serviti alla mensa aziendale”. Ma c’è anche una motivazione terapeutica. A quanto pare sporcarsi le mani di terra con il vicino di banco rende tutti più armonici anche nel mondo della finanza. Parte integrante delle UniCredit Tower sono “gli Orti” ricavati sulle terrazze collocate al secondo piano delle Torri. Qui, i dipendenti della banca che hanno aderito all’iniziativa “Coltiva il tuo spazio”, possono coltivare un piccolo appezzamento di terra e seguirlo nel suo intero ciclo di vita, dalla semina al raccolto. Raccontano dalla banca: “Partecipano più di cinquanta persone nei due orti delle torri A e B, che si trovano all’esterno delle Tree House, ogni dipendente ha uno spazio di 40 cm per 60, su un totale di otto metri. La sola regola è il rispetto della propria e altrui area. Ciascuno può coltivare ciò che vuole gestendo il proprio spazio in totale autonomia e può recarsi all’orto in qualsiasi momento della giornata, anche se tendenzialmente si predilige la pausa pranzo”. I prodotti più diffusi? Basilico, menta, prezzemolo, fragole, piantine di agrumi.

Unicredit (Milano)


Nel luglio 2014 Bottega Veneta ha inaugurato il giardino Eco-Food presso gli uffici di Milano. Quest’area verde di 2.400 metri quadrati è stata progettata per offrire ai dipendenti uno spazio di relax a contatto con la natura e contemporaneamente per rifornire il ristorante aziendale interno di prodotti freschi a chilometro zero. Ci sono tipologie di piante aromatiche o leguminose, quali ad esempio borragini, mente e timi, di alberi da frutti, come ciliegio canino, prugnolo, sorbo e nespolo comune, ma anche di verdure fresche, come diversi tipi di pomodoro, peperone, melanzana e cetriolo”.

E all’estero? Il ‘Km zero’ di Microsoft si chiama Urban Farming. E’ un progetto nato nel campus Microsoft di Redmond. All’interno della struttura, composta di 109 edifici in un’area di 2.400 chilometri quadrati, ogni giorno vengono consumati 40.000 pasti (10 milioni in un anno). Per favorire la coltivazione diretta di frutta e verdura sono state create delle micro-serre avveniristiche collocate nel campus. Utilizzando principalmente le tecniche della coltivazione idroponica, l’azienda ha avviato un sistema di auto-produzione alimentare. Sono state creati dunque degli orti verticali all’interno di torri in plexiglas, dove i consumi idrici ed energetici sono ottimizzati da un sofisticato software. Le verdure fresche coltivate qui vengono poi servite in diversi bar e mense dell’enorme campus di Microsoft.

Pasona (Tokyo)

La cosa è stata molto presa sul serio da Pasona, azienda del centro della città di Tokyo, la sede della società è una vera e propria fattoria urbana che si sviluppa su nove piani: 19.974 metri quadrati di cui 4 mila dedicati a spazio verde dove si coltivano più di 200 specie di piante. Di più. I pomodori crescono sospesi sopra il tavolo della sala delle riunioni, i limoni e gli alberi da frutto sono usati come pareti divisorie, il riso cresce nella zona della reception.

Fonti:

“La Repubblica”

“Konodesigns.com” (Foto Copertina e Foto 3)

“Wow-webmagazine.com” (Foto 2)