Nuove regole per l’etichetta del pesce


Da Dicembre entrano definitivamente in vigore le nuove prescrizioni del Reg. CE1169/2011. Per i prodotti ittici, i consumatori potranno trovare maggiori informazioni sull’origine del prodotto e tutta la filiera sarà maggiormente responsabilizzata. Sarà infatti obbligatorio indicare la specie di pesce venduta, il luogo esatto dove il prodotto è stato catturato ed il metodo usato.

Dal 13 Dicembre 2014 saranno obbligatorie le nuove etichette per i pesci, i crostacei e i molluschi venduti in Europa. Queste dovranno indicare il nome esatto della specie, il luogo preciso dove è stata pescata (non sarà più sufficiente la generica indicazione del Mar Mediterraneo) e il metodo utilizzato (amo, strascico).

Tutto ciò può rappresentare un’opportunità per le aziende che potranno meglio difendersi sul mercato dai competitors di altri paesi.

Era questa l’intenzione del legislatore europeo che ha disciplinato la materia. E il concetto è stato ribadito a Bruxelles lo scorso 15 ottobre durante un incontro organizzato dalla Commissione europea con gli operatori del settore ittico dal titolo “Nuove etichette per i consumatori: nuove opportunità per l’industria”. Un appuntamento per spronare le imprese ad adeguarsi alle nuove norme. Secondo il regolamento europeo i produttori dal prossimo dicembre dovranno indicare non solo se il pesce, i molluschi e i crostacei, sono stati pescati nel Mediterraneo o meno, come succedeva fino a poco tempo fa, ma dovranno riportare anche la sottozona, ovvero il punto esatto di cattura: ad esempio se lungo la costa ligure o in Sardegna. Inoltre si dovrà indicare lo strumento usato per la pesca, se l’amo o la rete a strascico.

INFORMAZIONI OBBLIGATORIE

Denominazione commercialenome scientifico della specie.

Metodo di produzione: ”pescato…” o “pescato in acque dolci…” o “…allevato…”. 

Zona in cui il prodotto è stato catturato o allevato. Nel caso di prodotti della pesca catturati in mare, la denominazione scritta della sottozona o divisione compresa nelle “zone di pesca della FAO” + “la denominazione di tale zona espressa in termini comprensibili” per il consumatore, oppure una carta o un pittogramma indicante detta zona o, a titolo di deroga da tale requisito, per i prodotti della pesca catturati in acque diverse dall’Atlantico nord-orientale (zona di pesca FAO 27) e dal Mediterraneo e dal Mar Nero (zona di pesca FAO 37), la denominazione della zona di pesca FAO. Nel caso di prodotti della pesca catturati in acque dolci, la “menzione del corpo idrico” di origine dello Stato membro o del paese terzo di origine del prodotto.

 Categoria di attrezzi da pesca usati nella cattura di pesci:

  1. Sciabiche
  2. Reti da traino
  3. Reti da imbrocco e reti analoghe
  4. Reti da circuizione e reti da raccolta
  5. Ami e palangari
  6. Draghe
  7. Nasse e trappole 

Se il prodotto è stato “scongelato”.
Il “termine minimo di conservazione”, se appropriato.

Quando sia offerto per la vendita al consumatore finale o a una collettività un miscuglio di specie identiche il cui metodo di produzione è diverso, occorre indicare il metodo di produzione di ogni partita.

Quando sia offerto per la vendita al consumatore finale o a una collettività un miscuglio di specie identiche le cui zone di cattura o i cui paesi di allevamento sono diversi, occorre indicare almeno la zona della partita quantitativamente più rappresentativa, con l’avvertenza che il prodotto proviene anch’esso, quando si tratta di un prodotto della pesca, da zone di cattura diverse e, quando si tratta di prodotti d’allevamento, da paesi diversi.

Qualsiasi specie di pesce che costituisca un ingrediente di un altro alimento, può essere denominata pesce, purché la denominazione e la presentazione di tale alimento non facciano riferimento a una precisa specie.

Tutte queste indicazioni sono di estrema importanza. Sapere in quale maniera un pesce è stato catturato è fondamentale sia per il consumatore, sempre più attento alle tematiche ambientali e portato a scegliere i pesci presi con metodi meno invasivi, che per questioni pratiche: il pesce preso all’amo si conserva meglio di quello catturato con lo strascico, perché meno danneggiato. Inoltre più di un sondaggio rivela  che i consumatori preferiscono mangiare prodotti a chilometro zero, piuttosto che di importazione e sono disposti a pagarli di più.